OPEN SOURCE / SORGENTE APERTA / SALA DA CONCERTO
Alessandro Scandurra

Il mio lavoro è sul controllo che il potere esercita sul sapere. Due figure antagoniste e complici, ascoltano e trasmettono, agiscono liberamente, operano in un mondo dove sono aboliti i confini e l’esito è incerto. Tutto è sensibile. Il tappeto che suona, l’acqua che ascolti, altri modi della conoscenza, di rilevare le informazioni, metterle a disposizione degli altri. Oggi è diverso. Il potere condiziona il sapere, la ricerca deve dare risultati. Ma le cose hanno iniziato a parlare: c’è qualcuno in grado di ascoltare? E’ necessario agire in prima persona.

Una scala dal basso prosegue verso l’alto, supera l’orizzonte del controsoffitto e si trasforma in podio. Da qui un microfono ed un attacco all’impianto di diffusione consentono di suonare o parlare risuonando in tutto lo spazio, il vuoto del padiglione Italia. E’ una sala da concerto, dove compositori, musicisti, artisti in una serie di incontri mettono in moto l’apparato. E’ una predisposizione, un invito a fare. Un palco, una sala da musica in attesa di essere agita, suonata, un luogo di energia potenziale che reagisce sensibilizzato ai possibili stimoli e volontà. I codici e i livelli di accessibilità della conoscenza, il rapporto tra potere e sapere, le gerarchie e stratificazioni delle informazioni sono elementi dell’apparato. Lo spazio suona, ogni elemento diventa parte di un grande strumento. E’ un dispositivo di accesso, al quale è possibile connettersi.