Il mio lavoro è sul controllo che il potere esercita sul sapere. Due figure antagoniste e complici, ascoltano e trasmettono, agiscono liberamente, operano in un mondo dove sono aboliti i confini e l’esito è incerto. Tutto è sensibile. Il tappeto che suona, l’acqua che ascolti, altri modi della conoscenza, di rilevare le informazioni, metterle a disposizione degli altri. Oggi è diverso. Il potere condiziona il sapere, la ricerca deve dare risultati. Ma le cose hanno iniziato a parlare: c’è qualcuno in grado di ascoltare? E’ necessario agire in prima persona.